I Castelli di Jesi
Tempo e Memoria
Il paesaggio marchigiano è scandito dalle vigne, in alternanza con l’ulivo e il grano. Tutto questo costituisce il terroir del Verdicchio. Protagonisti di queste terre sono i Castelli di Jesi, situati nella zona più antica di produzione del Verdicchio. Apiro, Arcevia, Belvedere Ostrense, Castelbellino, Castelplanio, Cingoli, Cupramontana, Maiolati Spontini, Mergo, Monteroberto, Montecarotto, Morro d'Alba, Poggio San Marcello, Rosora, San Paolo di Jesi, San Marcello, Serra de' Conti, Serra San Quirico e Staffolo formano una grande cintura muraria intorno alla città regia: Jesi. Il territorio di produzione del Verdicchio dei Castelli di Jesi comprende però anche le aree dei comuni di Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere e Senigallia.
Le mura dei diversi Castelli di Jesi sono tutte simili fra di loro, con l’obiettivo di difesa dai pericoli, sia dal mare che dai popoli del nord, ma anche dalle lotte fra le grandi famiglie che si spartivano questo territorio dell’Italia. I Castelli di Jesi sono stati conservati con grande cura e contengono chiese e palazzi pregevoli. Inoltre in più della metà degli stessi è presente uno dei famosi teatri marchigiani, piccoli gioielli edificati fra il ‘700 e l’800, una vera Scala in miniatura. Ogni agglomerato aveva il suo contado, ogni Abbazia aveva la sua pertinenza agricola e in ogni dove v’erano, e oggi ancor più vi sono, vigne di Verdicchio. Questo vitigno è infatti sempre stato il marcatore del territorio, sostentamento delle genti, vanto di queste terre. Il Verdicchio nasce infatti nelle terre della Respublica Aesina fondate dell’imperatore Federico II, definito "Stupor mundi et immutator mirabilis”.